Vietato leggere all'Inferno



Ognuno di noi ha un segreto. Il mio è questo:

Per una settimana intera mi sono fatta di droga sintetica. Non avrei mai immaginato che fosse così semplice procurarsela e non avrei mai immaginato che mi potesse piacere. Non profuma come quella pura, il colore è diverso, è confezionata in modo inusuale ma... che botta!!!
La dose che mi hanno passato è stata, forse, eccessiva. L'ho però razionata bene. Ogni giorno me ne facevo un po', e quanta attenzione ho dovuto fare per non essere scoperta. Mi rifugiavo in camera mia, nel bagno, in cantina. Portavo perfino il cane al parco per potermi sballare in tutta tranquillità.

Nonostante tutte le precauzioni prese, i miei se ne sono accorti. Una sera, sul divano. Mi ero coperta completamente con il plaid pronta a farmi un paragrafo. Fila tutto liscio per qualche minuto, poi inizio a ridere e non riesco a smettere per nessuna ragione. I miei sono costretti a farmi uscire da sotto la coperta e trovano la mia dose lì... sul cellulare. Mi ero sparata un intero capitolo e la dose mi era stata letale.

I miei genitori mi portano in ospedale dove mi diagnosticano una forma acuta di bibliopatia. Mi fanno parlare con una psicologa che mi dice che questa malattia mi logorerà se continuerò a farmi di quella roba. I libri.
La letteratura danneggia gravemente il nostro sistema nervoso e ci rende dei soggetti a rischio. Dopo avermi elencato tutte le conseguenze negative di questa droga, mi rassicura:

"Non ti preoccupare ti manderemo in una comunità di recupero per libromani, lì sapranno come farti guarire."

Ma prima di mandarmi via vogliono sapere chi mi ha passato la roba:

"Era sintetica, poteva ucciderti".

E così gli tiro fuori il nome perché sono stanca e debole, ed ho voglia di tornare a far parte della società. Speechless, è questo il nome dello spacciatore. Mi ha fornito la roba gratis:

"Provala, mi pagherai solo se sarai soddisfatta dalla qualità."

Ma a loro non basta. Vogliono anche sapere il nome della droga. La psicologa dice che la  polizia non è ancora riuscita a capirne la composizione fonetica, e così mi tocca fare un altro nome. Vietato leggere all'Inferno.

Dopo aver ricevuto queste informazioni mi sedano ed io sogno cani volanti.




Recensione


Nulla di tutto quello che ho scritto su è vero ma non è nemmeno completamente falso.

Roberto Gerilli che vorrei ribattezzare "Il Chimico", è riuscito a trasportarmi in un mondo distopico dove i lettori sono condannati a nascondersi ed a mimetizzarsi per non essere scoperti.
Nel 2000, con la legge Montag, si mette al bando la letteratura. Leggere è un reato.
Ma una legge non può certo distruggere un sistema culturale. E così, proprio come in Fahrenheit 451, i lettori nascondo i loro libri in soffitta o negli scantinati e appena possono si scambiano citazioni. 
Sono proprio queste citazioni a farci capire quanto Roberto Gerilli sia libromane. Shakespeare, Stephen King, Michael Ende, Jack Kerouac, sono solo una piccola parte di quello che troverete in questo libro. 

Vietato leggere all'Inferno ha il dono della leggerezza. In un mondo distopico che vuole distruggere la cultura non ci dovrebbe essere proprio niente da ridere, invece qui si ride molto e bene. Amleto, Caterina ed Eleonora sono dei personaggi talmente ben delineati che ti sembra di toccarli con mano. Il linguaggio è quello giovanile, pieno di doppi sensi e di battute geniali.  


"L'unico modo per sopportare la merda che ci piove addosso ogni giorno è ridere. Spegnere il cervello, liberare l'immaginazione e seguirla ovunque essa voglia condurci. Anche se si tratta di Pornoland. Chissà se siete d'accordo. Io intanto, rido."


Si ride, si. Ma questo libro ci offre la possibilità di riflettere sul mondo dell'editoria e sull'importanza di scegliere i libri giusti. I libromani sono stanchi dei libri stampati solo per far soldi. I libromani vogliono tornare ad emozionarsi ed a perdersi "strafatti" tra le pagine di un libro.


"Leggere non deve essere un crimine, leggere non deve essere una rarità, leggere deve essere la norma, la conditio sine qua non, lo standard. Noi siamo libromani e siamo fieri di esserlo." 



In Vietato leggere all'Inferno i lettori si riconosceranno e a fine lettura saranno sempre più fieri di esserlo.

Siamo drogati e nessuno ci capirà mai quanto Roberto Gerilli.

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