L'elenco telefonico degli accolli. Zerocalcare si sfoga.

"Ecco, te lo ricordi quel vuoto assoluto tutt'intorno?
E la paura. Il terrore che un posto
per te forse nel mondo
non esiste?"



Trama


L'elenco telefonico degli accolli è il sesto libro del fumettista romano Michele Rech, in arte Zerocalcare
Il volume raccoglie sedici storie che l'autore ha pubblicato sul suo blog personale. A legarle idealmente, è il viaggio che Zerocalcare compie verso il monte Fato con tutto il fardello degli accolli in mano che tenta di tenere in equilibrio. 

Il mio parere


Divorata nel fine settimana, questa raccolta è davvero geniale. Zerocalcare affronta tutti i piccoli grandi problemi che affliggono la nostra generazione, quella di cui faccio parte pure io. La generazione dei ragazzi nati negli anni '80, cresciuti a pane e Dragon Ball e non ancora schiavi del demone della reperibilità. Quest'ultimo è la grave calamità che si abbatte su quelli che ormai possiedono uno smartphone e sono iscritti ai social networks. Il fumettista si lamenta scherzosamente del fatto di essere sempre reperibile e del fatto che se una persona ti vuole rompere le scatole a tutti i costi, ti stalkera su tutte le app esistenti di messaggistica.



Nel suo viaggio verso un immaginario monte Fato, lo vediamo prendere il treno, fare la fila all'imbarco dell'aeroporto e lo vediamo anche partecipare al premio "Brega" (in realtà ha un altro nome ma a noi ci piace così). 
L'ormai fedele Armadillo che impersona la sua coscienza, lo segue ovunque sempre pronto a dargli una scrollatina nel momento del bisogno.     
Gli amici più fedeli verranno impersonati da strambi animali e personaggi della cultura degli anni '90 faranno capolino di vignetta in vignetta, insegnandogli a prendere la vita con filosofia. Molta filosofia. 


Quello di Zerocalcare è un viaggio nel quotidiano, pieno di insicurezze, di domande, di impegni e di smadonnamenti davanti al PC. Entrare nel suo mondo vuol dire ripercorrere tutti i miti che ci hanno accompagnato nella crescita. Ognuno di noi potrà ridere di fronte alle verità che il fumettista non ha paura di raccontarci. 

La sua vita, come la nostra, è piena di cose da fare che la maggior parte delle persone non immagina nemmeno. Se non hai un lavoro fisso non significa che passi le giornate sul divano a poltrire. E comunque le serie TV, i videogiochi ed i libri hanno la loro dignità ed hanno bisogno delle giuste attenzioni. 
Non lo pensate anche voi? 

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